Ci sono vini che non hanno bisogno di scenografie sontuose o parole altisonanti.
Non inseguono eleganze rarefatte, né si vestono di silenzi aristocratici.
Arrivano decisi, con passo sicuro, e si fanno riconoscere per quello che sono:
vini di sostanza, di calore, di terra.
Un rosso come il Montepulciano d’Abruzzo è questo:
un compagno leale di tavole generose, di piatti che profumano di casa,
di conversazioni lunghe, di abbracci sinceri.
Dietro la sua forza immediata, nasconde un’anima che sa emozionare
chi non cerca solo eleganza, ma verità.
Atto I – La Vista (l’occhio che accoglie)
Il sipario si apre su un calice vestito di rosso rubino intenso,
profondo come il tramonto sulle colline d’Abruzzo.
Riflessi violacei brillano come promesse di giovinezza,
mentre la limpidezza pura riflette una luce senza veli.
Il vino scivola lento sulle pareti, lasciando lacrime regolari:
è la sua consistenza a parlare, annunciando corpo e calore.
Nessuna effervescenza turba la scena:
è quieto, solenne, pronto a raccontare.
Atto II – L’Olfatto (il naso che ascolta)
Un ingresso deciso, senza esitazioni.
Il naso si riempie di amarene, more e prugne,
frutti che portano con sé il sole e la terra.
Poi un soffio di violetta,
delicato e gentile come un ricordo d’infanzia.
Sul fondo, ecco arrivare le spezie scure,
il pepe nero e una carezza di tabacco.
L’orchestra è semplice ma completa:
melodia intensa, che conquista con sincerità.
Atto III – Il Gusto (la bocca che racconta)
L’alcol si fa sentire, caldo e avvolgente, ma senza bruciare: un fuoco che scalda con misura. La morbidezza arriva con i polialcoli, che smussano gli spigoli e donano rotondità al sorso, un passo fluido, vellutato, accogliente. Gli acidi regalano freschezza, una spinta vitale che rende il vino agile, giovane, pulsante. I tannini, ancora un po’ aggressivi, mostrano il carattere della giovinezza: ruvidi quel tanto che basta, ma già in cammino verso levigatezza ed equilibrio, più sostegno che ostacolo, più colonna che spina. Infine la sapidità, una vena minerale che attraversa il palato come ricordo fedele della terra d’Abruzzo.
Il sorso appare così intenso, persistente e di buona qualità: non ancora perfettamente levigato, ma capace di unire calore e freschezza, forza e sincerità. Il finale è lungo, con ritorni di amarena e mora che restano impressi come memoria di un abbraccio. Un vino che negli anni a venire saprà riservare grandi sorprese.
✨ Sipario
Il Montepulciano d’Abruzzo non recita: vive.
È vino vero, generoso, diretto.
Un compagno leale che porta in scena
la forza e il cuore della sua terra.
✒️ Il Degustatore Lento – degustazioni a modo di sognatore





